Novembre 6, 2017

Sindrome del Piriforme: sintomi, cure e recupero

Sindrome del piriforme e sciatalgia

Il piriforme è un piccolo muscolo di forma triangolare, situato in profondità del gluteo, che ha l’importante funzione di stabilizzare l’anca e il bacino in stazione eretta, quando stiamo seduti (ad esempio quando guidiamo la macchina) e nel cammino, permettendo così di mantenere una postura corretta durante il movimento.

sindrome piriforme

Quando viene eccessivamente sollecitato (sforzi fisici troppo intensi o ripetuti, sollevamento e movimentazione di pesi, postura seduta prolungata, traumi all’anca o al bacino), il muscolo piriforme diventa rigido, provocando la compressione meccanica del nervo sciatico che scorre sotto di esso. Questa particolare condizione, che è caratterizzata dall’insorgenza di sintomi spesso sovrapponibili a quelli tipici della sciatalgia, viene definita sindrome del piriforme.

I sintomi più frequenti sono appunto dolori e parestesie al gluteo e all’anca, alla parte posteriore della coscia e del polpaccio, talvolta giù fino alla pianta del piede. Possono insorgere inoltre altre problematiche associate, come lombalgie, dolori all’inguine, tendinopatie all’anca (trocanteriti), debolezza muscolare della regione lombopelvica e degli arti inferiori.

sindrome piriforme

L’insieme di questi fattori, oltre a generare dolore, può determinare difficoltà e limitazione nei movimenti. Spesso questa sindrome viene confusa con la sciatalgia di origine lombare (per esempio dovuta alla compressione di una radice del nervo da parte di un’ernia discale o di un osteofita), ma attraverso un’accurata diagnosi differenziale e funzionale da parte del fisioterapista o del medico specialista (Fisiatra), è facilmente riconoscibile. Una volta identificato il problema, il percorso terapeutico più indicato è quello fisioterapico.

sindrome piriforme

Possono essere infatti molto utili terapie manuali con lo scopo di ripristinare la normale elasticità del muscolo, decomprimere il nervo sciatico e restituire la fluidità dei movimenti (massaggio decontratturante, manipolazione fasciale, massaggio neuroconnettivale, Rolfing, mobilizzazioni di anca, bacino e schiena), terapie strumentali antalgiche (Tecarterapia, Laserterapia, TENS), esercizi posturali specifici, stretching muscolare. Seguendo le opportune indicazioni terapeutiche, i sintomi tendono generalmente a scomparire in tempi che vanno mediamente dalle 2 alle 4 settimane.

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