Laser
Settembre 7, 2021

Laser Therapy

Laser, caratteristiche e principi di funzionamento:

Il laser è un dispositivo in grado di emettere un raggio di una particolare radiazione luminosa caratterizzata da: alta monocromaticità, bassa divergenza (radiazione collimata), elevata brillanza (grande intensità) e coerenza, cioè le onde sono tutte in fase fra loro.
Tuttavia, per ottenere la giusta radiazione luminosa occorre la combinazione di tre elementi essenziali che vanno a comporre il dispositivo: un mezzo attivo, un meccanismo di pompaggio e una cavità risonante.

Il mezzo attivo

Si tratta della sostanza i cui atomi, se opportunamente eccitati, determinano un’inversione della popolazione elettronica e la formazione del fascio di fotoni (la radiazione luminosa).

Quest’ultimo può essere anche utilizzato per classificare le diverse tipologie di laser:
– Laser a stato gassoso (miscela di He-Ne).
Fanno parte di questa categoria anche il Laser a CO2, che è tra i più potenti ad oggi disponibili.
– Laser a stato liquido (DYE-LASER).
– Laser a stato solido (Neodimio-YAG; questo laser sfrutta un cristallo di ittrio e alluminio (YAG) drogato al Neodimio Nd).
– Laser a semiconduttori (laser a diodi formati da un semiconduttore ad arseniuro di gallio).

Il sistema di pompaggio:

Costituisce la fonte di energia necessaria per eccitare gli atomi del mezzo attivo, innescando e alimentando l’emissione laser. Il pompaggio può essere di tipo:
– Ottico (cioè costituito dal flash di una lampada ad alta potenza).
– Elettrico (quando viene utilizzata la corrente, principalmente nei laser a gas ed a semiconduttori).
– Chimico (in questo caso viene sfruttata l’energia liberata da una reazione chimica).
– Termico.

Cavità risonante:

Si tratta di una regione nel dispositivo laser delimitata agli estremi da 2 specchi contrapposti, uno riflettente al 100% e uno solo parzialmente, in cui è presente il mezzo attivo. Le radiazioni, che si generano nel mezzo attivo, innescate dal mezzo di pompaggio opportuno, si riflettono ripetutamente da uno specchio all’altro, stimolando a loro volta l’emissione di altri fotoni.

In base alla modalità di emissione i laser si possono distinguere in 2 classi:
– I laser continui (CW) sono in grado di generare una radiazione di lunghezza d’onda compresa tra i 600 e i 1000 nm, a potenza costante nel tempo. Vengono anche definiti laser a bassa potenza, poiché essa varia da pochi Watt ad alcune decine di Watt.
– I laser pulsati (PW) sono in grado di accumulare un’alta quantità di energia luminosa nella cavità ottica e di espellerla concentrandola in impulsi di brevissima durata ed alta potenza di picco (variabile da alcune decine di Watt fino a qualche MegaWatt).

Interazione laser-tessuti:

Le specie chimiche coinvolte nell’assorbimento della luce sono dette cromofori e la loro composizione determina l’entità della risposta biologica alla specifica radiazione laser incidente. L’acqua, i globuli rossi e la melanina sono specie chimiche presenti nel corpo umano altamente cromofore, in particolare per l’infrarosso e l’ultravioletto.

In ambito terapeutico vengono maggiormente impiegate radiazioni presenti nella così detta “finestra terapeutica”, ovvero con lunghezza d’onda compresa tra i 600 e i 1200 nm, poiché in questo range non ci sono cromofori capaci di filtrare in modo specifico la radiazione, quindi la luce incidente ha maggior potere di penetrazione nei tessuti.

Gli effetti biologici della luce laser:

A seconda della tipologia e delle modalità di applicazione, si possono ottenere diversi effetti con la luce laser:
– Antinfiammatorio ed antiedimigeno (aumento del microcircolo ematico).
– Biostimolante (promuovendo i processi di riparazione e rigenerazione dei tessuti oltre al drenaggio linfatico).
– Antalgico.
– Decontratturante.

La percentuale di luce assorbita interagisce con il tessuto biologico generando 3 effetti:
Fotochimico (l’energia assorbita dalle sostanze cromofore viene utilizzata per avviare una serie di processi biochimici. Effetto biostimolante).

Fototermico (effetto determinato dal trasferimento di energia dei fotoni alle molecole del tessuto impattato, sottoforma di energia cinetica. Questo si traduce in aumento della temperatura nel tessuto colpito, che a sua volta determina maggior velocità delle reazioni biochimiche, moderata vasodilatazione, rapida rimozione dei cataboliti e riduzione degli spasmi muscolari. Effetto antiinfiammatorio, antiedimigeno, biostimolante, antalgico, decontratturante).
Fotomeccanico (effetto dovuto all’interazione tra laser pulsato e tessuto biologico. L’assorbimento degli impulsi comporta stress meccanici sulle componenti intra ed extracellulari del tessuto stesso, promuovendo la proliferazione, il differenziamento cellulare, sintesi proteica, produzione di matrice extracellulare, stimolazione del microcircolo e del drenaggio linfatico).

Patologie per cui è indicato l’uso del laser:

– Artrosi.
– Borsiti, sinoviti, capsuliti.
– Distorsioni / Lesioni legamentose.
– Edemi ed ematomi post-traumatici.
– Epicondilite / Epitrocleite.
– Ernia del disco.
– Gonalgia.
– Lombalgia.
– Patologie post-traumatiche e da sovraccarico.
– Periartrite scapolo-omerale / Tendinopadia della cuffia dei rotatori.
– Sindrome del tunnel carpale.
– Sindromi adduttorie, distorsioni tibio-tarsiche, entesiti, condropatie rotulee in traumatologia sportiva.
– Sindrome da impingement.
– Strappi / Stiramenti muscolari.
– Tendiniti.
– Traumi articolari.

Laser, controindicazioni:

– Aree perioculari e occhi.
– Presenza di neoplasie sospette o conclamate.
– Gravidanza

– Irradiazione su aree emorragiche.
– Irradiazione sopra la regione cardiaca, nervo vago e regione simpatico riflesse nei cardiopatici.
– Aree di cute fotosensibili.