pubalgia
Novembre 10, 2016

PUBALGIA: cosa fare e cosa non fare

PUBALGIA: cosa fare e cosa non fare

 

La pubalgia, o dolore inguinale, è una patologia ad eziologia complessa e multifattoriale che colpisce in particolare chi pratica attività sportiva.

L’ articolata anatomia della zona del bacino porta spesso alla convivenza di problematiche sia intra che extra-articolari, che quindi possono risultare di difficile diagnosi e gestione.

Alcuni fatti chiari sono che questa patologia colpisce spesso atleti che praticano sport a maggior impegno degli arti inferiori, ed in cui sono presenti accelerazioni/decelerazioni rapide e frequenti cambi di direzione. Può presentarsi anche nella popolazione che non pratica sport, ma con meno frequenza, e in donne in stato di gravidanza a causa del cambiamento della conformazione del bacino e di alcune variazioni ormonali che inducono una maggiore lassità di queste strutture.

La sintomatologia può essere molto varia così come il grado di disabilità provocata e dipende da vari fattori come il tipo di sport praticato, il livello dell’atleta, la sua condizione fisica e la sua età.

 

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DIAGNOSI

Considerando che non c’è ancora pieno accordo in letteratura scientifica per la diagnostica di questa complessa patologia, diventa molto importante l’esame clinico effettuato sul paziente. Una prima importante distinzione che il clinico deve cercare di compiere è differenziare la possibile causa principale del dolore: essa può essere intra-articolare, extra-articolare o il dolore può essere riferito nella zona inguinale ma provocato in altra sede.

Tramite una scrupolosa intervista sulla storia, sul comportamento del dolore e sulle abitudini del paziente possono essere già tratte alcune ipotesi che potranno essere confermate o confutate nell’esame fisico.

La descrizione del tipo di dolore può inoltre dare utili informazioni: per esempio la sensazione di un “click” può far pensare ad un problema intra-articolare, mentre una sensazione di bruciore può indicare il coinvolgimento di una struttura nervosa.

Nell’esame fisico le zone di bacino e anca saranno esaminate in maniera scrupolosa in varie posizioni sia passivamente, che attivamente, per esempio valutando il cammino ed i gesti sportivi che sono fonte di dolore.

Un’attenzione particolare viene data alla valutazione della forza, lunghezza e bilanciamento tra la muscolatura addominale e il gruppo degli adduttori che confluiscono nella zona della sinfisi pubica. Uno sbilanciamento di forze può irritare il pube e provocare l’instaurarsi della patologia dolorosa.

 

 

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Diagnostica per immagini:

  • Radiografia: esame di base che dà informazioni rispetto all’allineamento e alla qualità del tessuto osseo.
  • Ecografia: esame economico e veloce ma meno attendibile rispetto agli altri. Può essere utile per verificare la presenza di ernie nella zona addominale bassa e inguinale che possono essere una fonte di dolore.
  • Risonanza Magnetica Nucleare (RMN): esame complesso e approfondito che dà indicazione sulla qualità dei tessuti molli e sul grado di infiammazione in maniera dettagliata.

Il medico, previo esame clinico sul paziente, può decidere di usufruire di una o più di queste indagini per avere ulteriori indicatori rispetto alla patologia.

 

 

Diagnosi differenzale per pubalgia: alcune possibili cause muscoloscheletriche

INTRA ARTICOLARE EXTRA ARTICOLARE
•  Lesioni del labbro acetabolare

•  Osteonecrosi della testa femorale

•  Condrolisi

•  Impingement femoro-acetabolare

•  Frattura da stress del collo femorale

•  Instabilità

•  Malattia di Legg-Calvé-Perthes

•  Problematiche oncologiche

•  Osteoartriti

•  Osteocondrite dissecante

•  Artrite settica

•  Sinoviti

 

•  Anomalie delle faccette articolari

•  Lesione del legamento ileofemorale

•  Radicolopatia lombare

•  Frattura da stress del ramo pubico

•  lesione muscolare: adduttori,sartorio, retto femorale, iliopsoas, retto dell’addome

•  neuropatie da intrappolamento: genitofemorale (L1, L2,

L3), ilioipogastrico (T12, L1), ilioinguinale

(T12, L1), femorocutaneo laterale

(meralgia parestesica, rami ventrali  [L2–

L4]), obturatorio, pudendo

•  Osteite del pube

•  Ascesso del muscolo psoas

•  Disturbi dell’articolazione sacro-iliaca

•  Sindrome dell’anca a scatto

•  Ernia inguinale dello sportivo

•  Borsite trocanterica

 

 

 

 

TRATTAMENTO

Vista la complessità della patologia e la moltitudine di input che possono produrre dolore nella zona del bacino, l’approccio conservativo di solito proposto è globale: si lavora sulle catene muscolari sviluppando forza, elasticità e coordinazione. Gli esercizi proposti sono quindi posture di allungamento ed esercizi di rinforzo per i gruppi muscolari trovati carenti in esame fisico. È possibile effettuare un lavoro manuale per diminuire le tensioni miofasciali di bacino e schiena, e può essere utile anche la terapia fisica per controllare il dolore e lo stato infiammatorio, soprattutto nelle prime fasi della patologia.

Di solito per una buona risoluzione è necessario riposo per alcune settimane dall’attività sportiva.

Esiste la possibilità, oltre al trattamento fisioterapico, di eseguite infiltrazioni di corticosteroidi o con PRP (Platelet-Rich Plasma= plasma arricchito di piastrine).

 

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Sappiamo che sarà un’impresa difficile, ma se conoscete qualche calciatore che non ha mai sofferto di qualche forma di pubalgia segnalatecelo sui nostri social: FacebookTwitter e Youtube.