Marzo 1, 2018

FISIOTERAPIA E PARKINSON

FISIOTERAPIA E PARKINSON

Il progressivo invecchiamento della popolazione ha come conseguenza l’ aumento di patologie cerebrali. Il morbo di Parkinson è una malattia neurologica lenta ma progressiva dovuta alla degenerazione di cellule facenti parte dei nuclei della base, strutture profonde del cervello che sono coinvolte anche nell esecuzione corretta dei movimenti. La causa della malattia non sono ancora note ma tra i molteplici fattori individuati sembra ve ne siano di genetici e di tossici legati anche all’esposizione lavorativa.

La malattia di Parkinson è caratterizzata da bradicinesia cioè lentezza dei movimenti automatici associata a rigidità muscolare e ipocinesia, tremore a riposo (4-6hz) e disturbi dell equilibrio non causati da disfunzioni primariamente visive, vestibolari, cerebellari o propriocettive.

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Questi pazienti sono caratterizzati da problemi nel mantenimento della postura e del cammino che li porta ad avere paura di muoversi.

L’inattività fisica aumenta il rischio di sviluppare problemi che includono l’osteoporosi, la stipsi, problemi respiratori e cardiovascolari. In aggiunta, il ridotto equilibrio può favorire le cadute che unite all’osteoporosi possono portare a fratture o altri traumi fisici e ad aumentare la paura di muoversi, portando ad un ridotto livello di attività e ad un ulteriore aumento di probabilità di nuove cadute. Qui trova spazio l’intervento fisioterapico che punta a migliorare la qualità della vita mantenendo o aumentando l’indipendenza del paziente, la sicurezza negli spostamenti e il benessere.

Con un trattamento adeguato, l’aspettativa di vita è considerata simile o solo lievemente ridotta rispetto alla popolazione generale perciò tenendo conto delle motivazioni del paziente è consigliabile strutturare un progetto terapeutico.

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Gli obiettivi del trattamento vengono stabiliti in base alla fase della malattia in cui il paziente si colloca. Inizialmente, quando si hanno scarse limitazioni, la fisioterapia mira a prevenire l’inattività, prevenire la paura di muoversi o di cadere e preservare le capacità fisiche (aerobiche, di forza muscolare e di movimento articolare) dei soggetti.

Consigliati sono soprattutto esercizi terapeutici possibilmente di gruppo, con focus rivolto all’ equilibrio alle capacità fisiche. Con il progredire della malattia, i pazienti sviluppano sintomi più severi. L’intervento terapeutico si focalizza sui trasferimenti, l’equilibrio, il cammino e sulla postura del corpo. Si cerca di adottare strategie di movimento cognitivo e può essere coinvolto il caregiver. Nella fase avanzata di malattia in cui i pazienti sono costretti a letto o in sedia a rotelle, gli obiettivi fisioterapici mirano a prevenire le complicanze da decubito e a preservare le funzioni vitali.

Infine crediamo sia importante ricordare che l’esercizio fisico migliora le funzioni cognitive ed è necessario adattarlo e personalizzarlo affichè possano essere stimolate il più possibile le capacità e le autonomie residue del paziente.

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