distorsione della caviglia
Settembre 26, 2016

DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA: cura e riabilitazione

DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA: cura e riabilitazione

La distorsione della caviglia è una temporanea perdita dei normali rapporti articolari dovuta ad un evento traumatico come per esempio la ricaduta da un salto, un contrasto di gioco o terreno sconnesso. Quelli a carico dell’ articolazione della caviglia sono tra gli infortuni più frequenti in sport quali calcio, tennis, pallavolo, basket, corsa..ma si verificano molto spesso anche nella vita quotidiana.

Elementi che predispongono alla distorsione, oltre al traumatismo sportivo, possono essere la mancanza di allenamento, calzature non idonee, appoggio del piede non corretto o instabilità dovuta a precedenti distorsioni.

distorsione della caviglia

ANATOMIA

Nella caviglia si articolano tre ossa: l’astragalo, una delle ossa del piede, la tibia e il perone. Queste ultime due formano un mortaio dentro cui è accolta la parte superiore dell’astragalo.

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Inferiormente l’astragalo si collega alle altre ossa del piede: questa complessa struttura ossea è tenuta insieme da un’ampia serie di legamenti, tra cui possiamo citare il legamento astragaloperoneale anteriore (LAPA), il legamento calcaneoperoneale (LCP) e il legamento astragaloperoneale posteriore (LAPP) che sono coinvolti nelle distorsioni più frequenti, cioè quelle in supinazione. La muscolatura intrinseca del piede e quella estrinseca, quella che proviene dalla gamba, permettono il movimento in tutte le direzioni.

TIPOLOGIA DI DISTORSIONI

Distorsioni articolari nella caviglia possono avvenire in tutte le direzioni ma più frequentemente avvengono in supinazione, poiché in questo movimento c’è meno stabilità passiva. La parte posteriore dell’astragalo che nel movimento di supinazione si trova ad esser a contatto con il mortaio tibioperoneale, è più stretta della sua parte anteriore. Questo permette una maggior ampiezza di movimento in questa posizione, e soprattutto permette maggiori movimenti in lateralità.

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Un altro tipo di distorsione che può singolarmente o in concomitanza con un problema tibio-astragalico, è la “high ankle sprain” (distorsione alta della caviglia). Essa avviene nella regione di contatto tra perone e tibia (sindesmosi tibio-peroneale), superiormente al complesso della caviglia.

Esistono vari tipi di classificazione delle distorsioni ma quella più utilizzata si basa su gradi di danno:

  • GRADO 1: stiramento di legamenti e tendini senza rotture. Modesta tumefazione e dolorabilità.
  • GRADO 2: parziale rottura legamentosa. Moderata tumefazione e dolorabilità. Moderata perdita funzionale e instabilità.
  • GRADO 3: rottura dei legamenti. Instabilità e incapacità di sostenere il carico completo.

ESAME OBIETTIVO

In sede di valutazione del danno vengono analizzate le componenti infiammatorie quali dolore, gonfiore, calore ed eventuale ematoma.

Devono essere eseguiti test di mobilità del piede e test in carico per valutare la stabilità dell’articolazione.

L’esame radiografico può escludere fratture, specie se in sede del trauma viene avvertito un rumore come un “crack”. In un secondo tempo può essere utile invece fare un ecografia per rivelare il grado di lesione dei tessuti molli ed avere quindi un indicatore prognostico. RMN o TAC sono più raramente indicate, e solo in casi piuttosto importanti, o per sintomatologie persistenti.

TRATTAMENTO RIABILITATIVO

In fase acuta l’obiettivo principale è in controllo dell’infiammazione quindi è consigliato un certo grado di riposo (stampelle se il dolore non permette il carico o la corretta deambulazione), ghiaccio, scarico. L’uso di bendaggi è indicato per ridurre la tumefazione.

Utili terapie fisiche come la Tecarterapia, US, laser oltre che mobilizzazioni in scarico dolci e indolori allo scopo di contenere l’infiammazione e incentivare il drenaggio linfatico ed ematico. Molto indicato a questo proposito è l’applicazione di un tape drenante.

In fase subacuta si può iniziare un trattamento attivo per riattivare la muscolatura e iniziare l’allenamento propiocettivo in scarico. Il fisioterapista eseguirà inoltre mobilizzazioni della caviglia e del piede allo scopo di favorire la corretta cicatrizzazione dei tessuti molli lesionati e il recupero dell’articolarità.

Nell’ultima fase, quella riabilitativa, si incrementano gli esercizi terapeutici in tutte le direzioni e con carichi di lavoro crescenti. Anche in questa fase può essere utile l’applicazione di un tape di supporto per l’articolazione. La riabilitazione si conclude con il ritorno all’attività sportiva o al recupero completo della funzione.

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(distorsione della caviglia)

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