digiuno intermittente
Dicembre 9, 2016

DIGIUNO INTERMITTENTE – LA PAROLA AGLI SPECIALISTI (Parte 2)

DIGIUNO INTERMITTENTE – LA PAROLA AGLI SPECIALISTI (Parte 2)

Articolo scritto dalla nostra Dietista Francesca Lugli insieme alle colleghe Giannini Rossella e Prampolini Monica. Pubblicato sulla rivista n. 4/2016 dell’Associazione Nazionale dietisti Italiani ( ANDID)

La dieta del guerriero (The Warrior diet)  Questo programma di dieta è un’altra variante del digiuno quotidiano ed è un passo più estremo rispetto alla dieta LeanGains. E’ previsto un unico pasto al giorno (di solito la cena). Essa sostiene che questo modello è in sincronia con il ritmo circadiano degli umani e promuove la salute generale, mentre “elimina le tossine nocive dal corpo”. A nostra conoscenza, non ci sono prove scientifiche a sostegno di queste affermazioni. In uno studio condotto da Stote et al, i partecipanti normopeso assumono energia sufficiente per mantenere il peso corporeo in un solo pasto al giorno o in 3 pasti al giorno per 8 settimane. Nonostante il consumo dello stesso numero di calorie, i partecipanti hanno perso peso durante il periodo di un pasto al giorno rispetto al periodo di tre pasti al giorno. In realtà, la massa grassa è risultata significativamente ridotta (p <0.001) e la massa magra tendeva ad essere maggiore (p = 0,06) dopo 8 settimane di un pasto al giorno. Tuttavia, la fame aumentava costantemente nel corso del periodo di studio di 8 settimane con solo un pasto al giorno, il che suggerisce che gli ormoni dell’appetito non si adattano.5
Il cibo viene consumato per 24 ore, poi ridotto per 24 ore (l’acqua è disponibile in ogni momento). Questo è il protocollo più utilizzato per gli studi di digiuno intermittente con topi e ratti, anche se esistono pochi studi di questo tipo per l’uomo. Un piccolo studio con otto maschi e otto femmine normopeso che hanno digiunato a giorni alterni per 21 giorni ha dimostrato una perdita di peso pari a circa 2,5 ± 0,5% del peso corporeo compresa una perdita di 4 ± 1% della massa grassa nel corso dei 21 giorni. Non vi sono state modificazioni della glicemia a digiuno, della grelina (un ormone dell’appetito), ma le concentrazioni di insulina a digiuno sono diminuite suggerendo una maggiore sensibilità a questo ormone. Non si osservano variazioni di geni coinvolti nella biogenesi mitocondriale, trasporto degli acidi grassi, o l’ossidazione degli acidi grassi; ciò suggerisce che la macchina metabolica necessaria per la generazione di energia da grassi, era sufficiente all’inizio
dello studio. Gli studi sugli animali hanno sistematicamente dimostrato che il digiuno intermittente rafforza la risposta innata del corpo allo stress e questo è stato il primo studio per corroborare questi risultati negli esseri umani6. Alt re varianti Ci sono molte variazioni di regimi di digiuno intermittente dal momento che non è ancora noto quali siano (se esistono) i migliori protocolli di digiuno al fine di raggiungere l’outcome desiderato.

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EVIDENZE: STATO DELL’ARTE

Benefici  Uno studio effettuato nel 2010 ha dimostrato livelli simili di perdita di peso nelle donne a dieta 5:2 e nelle donne che seguono un regime a contenuto calorico controllato, oltre ad evidenziare una riduzione di biomarkers che suggeriscono riduzione del richio di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2. Un ulteriore studio del 2012 ha evidenziato che il modello 5:2 può aiutare a ridurre il rischio di alcuni tipi di tumore, come quello al seno. 8

Effetti collaterali  In mancanza di uno studio sistematico, non è possibile definire con certezza eventuali effetti collaterali, ma solo riportare i principali riferiti (difficoltà a dormire, alitosi irritabilità, ansia, disidratazione, sonnolenza diurna).

Effetti sulla composizione corporea e sulle prestazione atletiche  Alcuni studi controllati evidenziano gli effetti del digiuno intermittente sulla composizione corporea e le prestazioni negli atleti. In particolare sono stati descritti i benefici per la salute, principalmente derivanti da studi su animali, e gli effetti negativi evidenziati da atleti musulmani durante il Ramadan10. Sono stati condotti diversi studi sull’uomo, ma molti relativi a pazienti con specifiche condizioni o malattie e non individui sani attivi.

Calo ponderale  Uno studio del 2012 ha reclutato 30 donne obese con noti fattori di rischio preesistenti per le malattie cardiache: dopo le prime due settimane è stato prescritto un regime alimentare di 6 giorni/settimana di pasti liquidi a ridotto contenuto calorico e un giorno/settimana di digiuno (con apporto calorico massimo di 120 calorie). Dopo otto settimane, si è registrato un calo ponderale medio di circa 4 kg e una riduzione della circonferenza della vita di 6 centimetri. Sono però da considerare alcuni limiti: 1. possibile aumento motivazionale legato alla certezza del monitoraggio del peso corporeo; 2. informazione sulla pre-esistenza di un rischio di sviluppare malattie cardiache; 3. durata limitata del follow-up e difficoltà nella valutazione del mantenimento di tale regime a lungo termine o della comparsa di eventuali effetti collaterali; 4. campione limitato (sia quantitativamente che qualitativamente).

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Aumento longevità  Ci sono molti lavori sugli effetti del digiuno intermittente sull’invecchiamento, ma quasi tutti coinvolgono ratti, topi o scimmie. Il problema più significativo degli studi sugli animali riguarda la breve aspettativa di vita che li rende soggetti ideali per gli studi di longevità, mentre la realizzazione di simili esperimenti negli esseri umani richiede una ricerca almeno decennale per ottenere risultati credibili. Possiamo fare riferimento ad un solo studio che coinvolge gli esseri umani: una rassegna del 2006 di un esperimento effettivamente realizzato nel 1957 in Spagna.12 120 anziani in una casa di riposo sono stati suddivisi in due gruppi (non ben preciso se in modo casuale): il primo gruppo (di controllo) seguiva una alimentazione normale, mentre il secondo gruppo (gruppo IF) seguiva una dieta alternata: un giorno normale e il giorno successivo con riduzione calorica a circa 900 calorie. Dopo tre anni ci sono stati 13 decessi nel primo gruppo e solo 6 nel gruppo a dieta alternata. Limiti dello studio: 1. Campione limitato; 2. Metodi di studio non ben definiti; 3. Improbabilità di ripetibilità di tale studio per motivi etici.

Prevenzione del declino cognitivo  Tutti gli studi riguardanti gli effetti protettivi presunti del digiuno intermittente sulle condizioni che possono causare un declino della funzione cognitiva (come la demenza o morbo di Alzheimer) coinvolgono animali, come lo studio del 2006 su topi geneticamente modificati per sviluppare cambiamenti nel tessuto cerebrale simili a quelli osservati nelle persone con malattia di Alzheimer. I topi con dieta del digiuno intermittente hanno un declino cognitivo più lento rispetto ai topi con una dieta normale (la funzione cognitiva è stata valutata utilizzando un test del labirinto d’acqua). I risultati di questi test sono certamente intriganti ma con forti limiti intrinseci (essendo stati effettuati su animali) dato che non si ha la certezza dell’applicabilità sull’uomo.

Prevenzione delle malattie  Le ricerche pubblicate sui potenziali effetti di prevenzione del digiuno intermittente coinvolgono la misurazione dei biomarkers associati alle malattie croniche, come l’insulin-like growth factor-I (IGFI) – noto per essere associato con il cancro. Una rassegna clinica del 2007 in relazione agli effetti del digiuno intermittente nell’uomo in termini di outcome reali di salute ha concluso che il digiuno intermittente (in particolare, la forma di digiuno a giorni alterni), può avere un effetto protettivo contro le malattie cardiache, il diabete di tipo 2 e il cancro. Tuttavia sono fondamentali ulteriori richerche per definire gli effetti del digiuno a giorni alterni.

Effetti sul sistema immunitario  Uno studio pubblicato su Cell Stem Cell ha scoperto che il digiuno intermittente rinforza il sistema immunitario, promuovendo la sostituzione dei globuli bianchi danneggiati favorendone la sintesi denovo. In questo modo le cellule staminali passano da uno stato di “assopimento e stasi” ad uno di rinnovo. I ricercatori dell’Università della California del Sud hanno scoperto che durante un periodo di digiuno prolungato i globuli bianchi diminuiscono, ma quando si riprende ad alimentarsi il numero aumenta. Indagando più a fondo questo fenomeno, i ricercatori hanno scoperto che il corpo stava eliminando le cellule immunitarie vecchie e danneggiate sostituendole con nuove cellule. Il ciclo del digiuno favorisce un rigeneramento attraverso un gene chiave che controlla l’enzima PKA. Durante il digiuno il PKA è ridotto, cosa che avvia il processo di rigenerazione che mette in moto le cellule staminali.

CONCLUSIONI

Nonostante la crescente popolarità del digiuno intermittente, si riscontrano ancora molte incertezze e diverse lacune, ad esempio relativamente al modello da preferire, alla restrizione calorica nei giorni di diguno e alla sostenibilità nel lungo termine.

L’alimentazione è attualmente un tema molto dibattuto e in particolare gli approcci alimentari innovativi, soprattutto finalizzati al calo ponderale, diventano in breve tempo molto popolari. La nostra figura professionale ha una grande responsabilità nella promozione di un corretto stile di vita ed è importante focalizzare l’intervento educativo o terapeutico utilizzando strumenti di efficacia dimostrata. Il percorso professionale del dietista, “operatore sanitario competente per tutte le attività finalizzate alla coretta applicazione dell’alimentazione e della nutrizione”, deve essere caratterizzato da un continuo aggiornamento e dallo sviluppo di un forte spirito critico per potere fornire alla popolazione risposte basate sull’ evidenza, che siano il più possibile chiare e completa.

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